Chi si approccia per la prima volta all’uso di squadre e righe, molto spesso non tiene conto di semplici ma indispensabili accorgimenti. Realizzare sculture di carta, per quanto fantastico, richiede una precisione tecnica senza la quale non sarebbe possibile far “saltare su” (da qui il termine pop-up) degli elementi di carta che ritornano ad appiattirsi chiudendo il libro.

Ci sono tanti libri che trattano questo argomento. Io te ne suggerisco qualcuno che mi è stato tanto utile, soprattutto agli inizi:
– “Pop Up!: A Manual of Paper Mechanisms” di Duncan Birminham;
– “The Elements of Pop-Up: A Pop-Up Book for Aspiring Paper Engineers” di David A. Carter e James Diaz;
– “Creative Pop-Up: A History and Project Book: A Fascinating Introduction to Paper Engineering, With 50 Step-by-Step Folds and Techniques” di Trish Phillips e Ann Montanaro.

Quello che, comunque, mi ha permesso di acquisire i concetti fondamentali, è stato smontare e rifare cartoline acquistate. Così è iniziata, infatti, la mia passione: per curiosità!

Certo che è possibile! Bisogna precisare quale risultato si vuole ottenere e, da questo, valutare il tempo necessario per la realizzazione. Si può richiedere il semplice modello in bianco oppure il modello comprensivo di realizzazione grafica, disegni e quant’altro occorra per un progetto definito in tutti i particolari.
In virtù di queste ed altre variabili che potrebbero sorgere, non è possibile dare una risposta ben definita. Se hai in mente la realizzazione di un progetto contattami per discuterne insieme.

Sembrerebbe quasi scontato, ma dipende molto dalla sua complessità. Io comincio con un’idea e cerco di trovare la soluzione migliore per realizzarla attraverso i meccanismi che conosco. Lascio sempre, comunque, spazio all’immaginazione e alla creatività. Dopo le prime prove ci sarà una fase di verifica e confronto col cliente. Dall’inizio del lavoro a una prima bozza, in genere, trascorrono quattro/otto settimane. Per i progetti più elaborati di una semplice cartolina, come un intero libro, possono essere necessari dei mesi.

Qualche volta ho provato ad usare direttamente il computer fin dall’inizio della progettazione, ma ci sono troppe varianti da considerare per affrontarle direttamente in digitale!
Detto in parole più semplici, ho bisogno di materialità piegando la carta, usando la colla e, soprattutto, sporcandomi le mani con righe e squadre per rendere più facile il primo approccio creativo/tecnico. Le prove possono essere tante prima di ottenere un risultato che soddisfi.
Il computer, invece, mi è assolutamente indispensabile in un secondo momento, ossia quando devo riportare gli esperimenti in “pulito” e collaudare le aperture e le chiusure del tutto.

Non esiste una risposta generica anche in questo caso. Se gli elementi da costruire includono delle parti piccole, che non devono sostenere meccanismi complessi, si può usare della carta con un peso tra 160 e 180 g/m2. Al contrario, per elementi che necessitano di una certa robustezza, occorre una carta più spessa perché, ad esempio, hanno una dimensione maggiore dell’altra. Il peso della carta che assolve questa funzione dovrebbe essere intorno ai 200-260 g/m2.
Ovviamente parlo dei modelli finiti. Quando sono in una fase di studio mi capita di usare anche cartoncino riciclato da confezioni inutilizzate, senza badare troppo alla grammatura.

La colla con cui mi sono trovato meglio, per tenuta e velocità di presa, è la colla gel trasparente. Ce ne sono di diverse marche di ottima qualità. Non contengono acidi e non lasciano aloni nelle zone in cui sono state adoperate, anche dopo diversi giorni.
Però, al momento delle prove, non è raro che io utilizzi anche del nastro biadesivo per avere un risultato immediato.